Costruire la città di domani grazie al gemello digitale urbano

by Davide

Costruire la città di domani grazie al gemello digitale urbano. Le città metropolitane hanno sviluppato diversi modelli di questo strumento per definire nuove strategie di sviluppo

 

di Sergio Madonini

Tutto nasce dal Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014 – 2020, Pon Metro, che ha coinvolto le 14 Città Metropolitane. Il programma si articolava in 9 assi prioritari, di cui il primo, Agenda digitale urbana, era in sostanza la sommatoria degli altri. Il Pon Metro si inseriva nel quadro dell’Agenda urbana nazionale e delle strategie di sviluppo urbano sostenibile delineate nell’Accordo di Partenariato per la programmazione 2014-2020, in linea con gli obiettivi e le strategie della costituenda Agenda urbana europea che identificava le aree urbane come territori chiave per cogliere le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile proprie della Strategia Europa 2020. Il 29 ottobre 2024 si è tenuto un evento conclusivo del Pon Metro 2014-2020. Nel frattempo, è attivo il Pon Metro Plus e
Città Medie Sud 2021-2027.
Dal primo programma operativo sono nate nelle Città Metropolitane esperienze che vanno verso la creazione di smart city utilizzando un nuovo percorso, quello dei Gemelli digitali urbani. In un articolo pubblicato sulla rivista Gim International (fonte Geosmart Magazine) gli autori Marica Franzini, Vittorio Casella, ambedue dell’Università di Pavia, e Bruno Monti del Comune di Milano così descrivono il Gemello digitale delle città: «Immagina una città che può essere vista, misurata e gestita dall’ufficio anziché attraverso visite in loco onerose e dispendiose in termini di tempo e denaro. Una città che può rispondere alle esigenze dei suoi abitanti ottimizzando le sue risorse. Una città che può anticipare e risolvere i problemi creando nuove opportunità di innovazione e collaborazione. Questa non è una
fantasia, ma una realtà. I Gemelli digitali delle città stanno plasmando l’ambiente urbano, creando un modello dinamico e olistico».
Ed è proprio l’architetto Bruno Monti, responsabile Unità SIT e Toponomastica – Area Interoperabilità del Dato, Direzione Innovazione Tecnologica e Digitale ad aiutarci a comprendere in modo più approfondito la tematica.
Per leggere l’articolo completo clicca qui

Articoli correlati