Gli edifici scolastici come protagonisti della rivoluzione energetica e in particolare nella costituzione di Comunità energetiche rinnovabili, è questa la finalità del manifesto “Scuole e università a zero emissioni” presentato da Legambiente il 21 febbraio e sottoscritto dai primi tra cui Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Link, Rete degli Studenti Medi, Rete Nazionale Scuole Green, Save the Children, UdS – Unione degli Studenti, Unione degli Universitari.
Obiettivo dell’iniziativa è attivare processi educativi e infrastrutturali rivolti al mondo delle scuole e delle università, amministrazioni comunali e provinciali, per costituire comunità energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S) che assumano la sfida della giusta transizione ecologica, come chiave educativa e strutturale.
Un progetto che coniuga processi sociali, ambientali ed educativi, attraverso una metodologia partecipativa a quattro fasi che prevede la co-progettazione fra scuola, ente locale, comunità educante più allargata e il territorio stesso. Le comunità energetiche, soprattutto se solidali, infatti, rappresentano un importante strumento, soprattutto in quei luoghi caratterizzati da povertà educativa ed energetica come le periferie urbane e sociali e quelle realtà in cui, un processo di rigenerazione urbana che pone al centro la scuola, va a ricostruire legami sociali più solidali. Un momento favorevole per agire e farsi portavoce di una rivoluzione energetica dal basso, viste le condizioni critiche in cui versa l’edilizia scolastica in Italia, a cui il PNRR destina 17 miliardi di euro, di cui i primi 5 miliardi stanno per essere messi bando. «Il PNRR offre importanti opportunità di riqualificazione dell’edilizia scolastica» ha dichiarato Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente «in una logica sistemica e di rigenerazione. Bisogna sfruttare tutte le risorse possibili, prevedendo progetti di efficientamento energetico ma anche di solarizzazione dei tetti, con la creazione di Comunità energetiche rinnovabili e solidali. Questa è la mission del manifesto. Infatti, se in tutti i 40mila edifici scolastici attivi in Italia installassimo 20 kW di pannelli solari fotovoltaici riusciremmo in breve tempo a produrre energia pari al fabbisogno di oltre 400mila famiglie, portando benefici ambientali e sociali».
La scuola, del resto, rappresenta il punto di riferimento principale nei territori, coniugando aspettative di tipo sociale, educativo e culturale. Purtroppo la condizione dell’edilizia scolastica nel nostro Paese restituisce una fotografia di un patrimonio particolarmente vetusto e poco manutenuto. Secondo il XXI rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente, infatti, su 7.037 edifici scolastici delle città capoluogo di provincia, circa una scuola su due non dispone delle certificazioni obbligatorie (agibilità, prevenzione incendi, collaudo statico); l’88% degli edifici è sotto la classe energetica C; solo sul 16,7% sono presenti impianti di energia rinnovabile (tra questi per il 34,8% solari termici, per il 69,2% solari fotovoltaici, per l’1,3% geotermia, per l’1,2% a biomassa, per lo 0,6% a biogas).
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