Le nomine degli energy manager nel 2021 sono state 2.419: 1.606 quelle relative a soggetti obbligati, e 813 a soggetti non obbligati; è quanto emerge dall’ultimo Rapporto, presentato da Fire – Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia , stilato con l’obiettivo di fornire ogni anno un quadro statistico dettagliato delle nomine degli energy manager pervenute.
Lo studio mette inoltre in luce come il trend positivo nelle nomine abbia conosciuto un arresto (-5%) che aveva invece caratterizzato contrassegnato il periodo 2014-2020 (+15%).
Oggi, mancano poco più di due mesi alla scadenza dell’obbligo di nomina dell’energy manager (che è il 30 aprile di ogni anno) per aziende ed enti che superano determinate soglie, espresse in tonnellate equivalenti di petrolio (tep): 10.000 tep per le imprese del settore industriale; 1.000 tep per i soggetti dei settori civile, trasporti e terziario. Va ricordato che si adempie l’obbligo di nomina facendo riferimento a FIRE, Federazione che secondo la legge 10/91 ne gestisce le nomine.
Ecco qualche dato del rapporto FIRE dedicato a questa figura professionale. Sono 1.606 Energy Manager nominati nel 2021 da soggetti obbligati, vale a dire quelli che hanno consumi superiori alle soglie di legge. Essi sono così suddivisi: terziario (498), industria (441), trasporti (319), forniture e servizio energia (199), Pubblica Amministrazione (114), agricoltura (35). Nello specifico, la decrescita registrata è più marcata proprio per i soggetti obbligati. I settori della manifattura e del terziario sono riusciti a contenere questa decrescita su livelli relativi, preoccupa invece il calo della Pubblica Amministrazione. Una parziale spiegazione la si può ricercare nella riduzione dei consumi dovuti alla crisi che può aver portato diversi soggetti sotto la soglia di nomina. Buona pratica sarebbe però stata nominare lo stesso, non solo in vista dell’aumento dei consumi post lockdown, ma soprattutto in ragione dei bassi prezzi dell’energia che avevano creato un momento favorevole per impostare politiche di efficientamento energetico. Nel dettaglio, nel 2021, hanno nominato 7 Regioni, 20 province, 37 comuni capoluogo, 6 città metropolitane e 44 comuni non capoluogo. Si stima che gli inadempienti siano nell’ordine dei 4 enti su 5 enti.
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