Una notizia di notevole portata. Non può essere definita in altro modo la pubblicazione da parte di Consip – la centrale di acquisti della Pubblica amministrazione – del bando del Sistema dinamico di acquisizione della Pubblica amministrazione (Sdapa), il primo in ambito Energy. Un bando, nello specifico, che si riferisce alla fornitura e posa di impianti e beni per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica. Sono sette le categorie merceologiche previste: impianti fotovoltaici; impianti solari termici; impianti a pompa di calore per la climatizzazione; caldaie a condensazione; relamping; chiusure trasparenti con infissi; pannelli isolanti. Con questo nuovo bando Sdapa quindi verrà consentito alle amministrazioni di negoziare in modo semplificato, grazie all’utilizzo di standard di gara predisposti da Consip, appalti specifici anche di importo superiore alla soglia comunitaria, per un valore massimo di 400 milioni di euro nei quattro anni in cui rimarrà attivo. Al contempo, le imprese che possiedono i requisiti richiesti potranno essere ammesse alle categorie merceologiche dello Sdapa e rispondere agli appalti specifici che verranno banditi dalle amministrazioni. L’iniziativa potrà essere utilizzata dalle amministrazioni per usufruire dei principali strumenti di incentivazione attualmente a loro disposizione, tra cui il Piano per la riqualificazione energetica delle pubbliche amministrazioni centrali (Prepac), il Conto Termico e i Certificati bianchi. Come appare evidente le caratteristiche di questo bando contengono diversi punti strategici – il superamento di ostacoli di carattere economico, semplificazione e riduzione dei tempi – che sembrano davvero avere le potenzialità per schiudere nuove e necessarie opportunità sul fronte dell’efficientamento energetico della cosa pubblica. Abbiamo chiesto a Gianandrea Greco, responsabile Energia e Utility di Consip, di approfondire i temi.
Innanzitutto le chiedo una considerazione di carattere generale sullo scenario che, dal vostro punto di vista, si apre per la PA guardando alle opportunità della transizione energetica
«Le opportunità sono notevoli. Una delle direttrici alla base delle azioni promosse dalla Consip è proprio quella di accompagnare le PA verso l’adozione di paradigmi propri dell’economia circolare e la gestione efficiente delle risorse energetiche. L’operato di Consip – è ormai convinzione comune – si pone come concreta leva di politica industriale per supportare la transizione delle PA in tutti i settori in cui è in corso un processo evolutivo: ICT, mobilità, energia, soltanto per citarne alcuni. La PA con i quasi 9 miliardi di euro di spesa energetica annua si pone come un interlocutore imprescindibile, soprattutto nell’ottica del raggiungimento di determinati obiettivi di risparmio energetico che l’Italia si è impegnata a conseguire in ambiti internazionali. In questo contesto, tuttavia, è necessario mettere le amministrazioni in condizione di investire e agire in modo snello, azioni che non sempre è facile realizzare in ambito pubblico. Potrebbe infatti risultare controproducente gravare eccessivamente di aspettative il settore pubblico, senza creare le condizioni affinché quest’ultimo faccia la propria parte e, soprattutto, non tenendo in considerazione le tempistiche necessarie, quasi sempre imposte per legge, per realizzare gli appalti pubblici. Sostenere il comparto pubblico in questo impegno è proprio uno degli obiettivi che Consip si propone di conseguire attraverso gli strumenti che mette a disposizione della PA».
Ci può chiarire i punti cardine del Sistema dinamico di acquisizione della PA (Sdapa) all’interno del quale il nuovo bando si inserisce?
«Il Sistema dinamico di acquisizione della PA è uno strumento diverso dalle Convenzioni e dagli Accordi quadro che Consip ha messo a disposizione delle PA in questi anni in ambito Energy. Mentre in questi ultimi è Consip a bandire la gara e selezionare uno o più fornitori da cui le amministrazioni possono acquistare direttamente i beni e servizi oggetto della Convenzione o dell’Accordo quadro, lo Sdapa è uno “strumento di negoziazione”, ossia una piattaforma su cui le amministrazioni gestiscono in modo autonomo le proprie gare (appalti specifici) invitando i fornitori abilitati al bando. Come tale è uno strumento che consente una maggiore personalizzazione, pur in un contesto di regole generali predefinite, in merito, ad esempio, ai requisiti qualitativi che i beni e servizi oggetto dello Sdapa debbono possedere o ai criteri di valutazione delle offerte. Altra particolarità, che lo differenzia, ad esempio, dall’altro principale strumento di negoziazione di Consip, il Mercato elettronico della PA (MePA), è che attraverso lo Sdapa vengono bandite gare di importo superiore alla soglia comunitaria (dal 1° gennaio 2020 139mila euro per le PA centrali e 214mila per tutte le altre amministrazioni). Il bando rimarrà aperto per quattro anni, periodo durante il quale i fornitori potranno in qualsiasi momento abilitarsi al bando, se possiedono i requisiti economici e tecnico-professionali previsti dal Capitolato tecnico. In questo periodo potranno essere banditi dalle amministrazioni appalti specifici per un valore di 400 milioni di euro. Questi appalti potranno avere per oggetto una o più delle categorie merceologiche del bando, e le PA potranno scegliere se aggiudicarli in base al criterio del minor prezzo o del miglior rapporto qualità/prezzo, definendo inoltre tutti gli aspetti specifici della procedura di gara come ad esempio: disciplina della partecipazione in forma associata, del ricorso al subappalto, delle garanzie da fornire, eventuali clausole contrattuali, e così via… ».
Quali sono i vantaggi sia per la Pubblica amministrazione sia per le imprese?
«In primis la semplificazione e la riduzione dei tempi di gestione della gara. Le amministrazioni possono bandire una gara in un contesto regolamentato che assicura trasparenza, ampia partecipazione dei fornitori e concorrenzialità, utilizzando la piattaforma telematica MEF/Consip e dunque senza bisogno di investire risorse per svilupparne una propria o usufruire a pagamento dei servizi di un’altra stazione appaltante. Con un altro vantaggio: la possibilità di personalizzare la fornitura, sia in termini di specifiche tecniche dei beni e servizi acquisiti sia nel definire le regole di gara. Infine, la sicurezza di utilizzare un elenco di fornitori “qualificati”, la cui abilitazione è gestita da Consip. Per le imprese è un’importante opportunità di allargamento del proprio business e di visibilità dell’offerta, oltre a uno strumento che semplifica le modalità di partecipazione alle gare e garantisce un contesto competitivo aperto e trasparente. Solo per dare un’idea delle cifre in discussione, le transazioni registrate sugli SDA Consip nel 2019 ammontano a quasi 3,9 miliardi con un trend, di anno in anno, crescente».
È il primo bando sul tema “Energy” che Consip indice e sono previste sette categorie merceologiche: che criterio è stato utilizzato per individuarle?
Intanto va segnalato che a oggi è stato già previsto l’ampliamento degli interventi da mettere a disposizione delle PA. Al momento sono stati individuati gli interventi che presentano una tecnologia consolidata, tempi di ritorno degli investimenti contenuti e, soprattutto, accesso a forme di finanziamento che allentino la tensione finanziaria sulle casse pubbliche. Il driver che accomuna le categorie merceologiche è, infatti, quello di garantire risparmi in spesa corrente che consentano un ammortamento sostenibile della quota sostenuta dalla PA».
Quali sono le considerazioni alla base della decisione di lanciare un’iniziativa di questo tipo?
«Una delle motivazioni è quello di completare l’offerta Consip di strumenti di e-procurement in ambito Energy, rispetto a iniziative già consolidate in ambito Convenzioni, Accordi quadro e Mepa. Lo Sdapa allarga la flessibilità e la possibilità di personalizzazione di uno strumento come il Mepa anche agli acquisti sopra soglia. Con la possibilità concessa dal Sistema dinamico di superare la soglia comunitaria, le amministrazioni potranno infatti effettuare con semplicità acquisti cumulativi della stessa tecnologia senza il timore di frazionamento della spesa. Ad esempio, un ente locale potrà organizzare l’affidamento, a un unico operatore economico, di più impianti fotovoltaici di varie dimensioni da installare contestualmente su diverse pertinenze del proprio territorio, in base al piano degli assorbimenti delle utenze interessate. Oppure, realtà locali più complesse potranno organizzare massicce campagne di sostituzione di impianti termici, ad esempio con il passaggio a caldaie a condensazione oppure di sostituzione di serramenti con chiusure trasparenti con infissi presso i plessi di pertinenza (un insieme di scuole, di carceri, di edilizia residenziale pubblica… ). Insomma, un’opzione in più per le PA di realizzare efficienza nel caso si presenti l’occasione di accedere a fonti di finanziamento, e senza dover necessariamente ricorrere a forme contrattuali complesse e con vincoli temporali medio lunghi».
Quali sono gli “standard di gara predisposti da Consip” grazie ai quali le amministrazioni potranno negoziare in modo semplificato gli appalti?
«Si tratta di veri e propri kit di documentazione di gara pronti per essere personalizzati dalle PA in base alle specifiche esigenze. Da gennaio 2020, appena conclusa la fase di popolamento lato offerta, la documentazione di gara, differenziata per ogni tipo di intervento di efficientamento/categoria merceologica, è pubblicata sul portale Acquistinrete (www.acquistinretepa.it). Resta inteso che le PA, in base alle proprie esigenze, potranno anche realizzare acquisti prevedendo interventi relativi a più categorie merceologiche contestualmente, eventualmente distinguendoli in lotti».
E quali sono i requisiti che vengono richiesti alle imprese per essere ammesse?
«Per ciascuna delle categorie merceologiche del bando esistono diverse “classi di ammissione” dei fornitori, definite in base a determinati requisiti economico-finanziari – fatturato annuo specifico per la fornitura e posa dei beni ed impianti afferenti alle diverse categorie previste – e tecnico-professionali – ad esempio attestazione SOA o abilitazione ex Dm 37/2008, lett. a) art. 1 co. 2 – di cui gli operatori economici devono essere in possesso per essere ammessi».
È uno strumento che può agevolare in modo concreto anche le imprese più piccole quindi, sfruttando proprio procedure più snelle e semplificate?
«Il sistema delle classi dimensionali è certamente uno strumento per garantire l’accesso allo Sdapa anche a soggetti di minori dimensioni che possono così partecipare alle gare in cui sono realmente in grado di presentare un’offerta competitiva. Tuttavia, per le micro e piccole imprese lo strumento principale messo a disposizione da Consip è il Mepa, dedicato alle procedure d’acquisto sotto la soglia comunitaria, in cui anche gli operatori economici più piccoli hanno la possibilità di competere senza problemi, potendo anzi sfruttare la loro flessibilità e capacità di ritagliare un’offerta su misura per il cliente. L’offerta di beni e servizi in ambito fonti rinnovabili ed efficienza energetica sul Mepa è rappresentata da due specifiche categorie merceologiche: “Gestione dell’energia” nell’ambito del Bando Servizi, e “Impianti e beni per la produzione di energia da fonte rinnovabile e per l’efficienza energetica”, nell’ambito del Bando Beni. Attraverso il Mepa le amministrazioni possono, così, acquisire impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (ad esempio fotovoltaici e solari termici), interventi per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali (ad esempio caldaie a condensazione, sistemi di rifasamento e interventi di relamping) e servizi di per la gestione dell’energia (certificazione e diagnosi energetica, bill audit)».
Sono stati individuati degli obiettivi specifici da raggiungere al termine dei quattro anni di durata del bando? E anche degli obiettivi di carattere strategico?
«Non propriamente anche perché – altro elemento distintivo del bando – per la prima volta l’iniziativa non fa riferimento a una spesa standard che la PA già sostiene, ma tenta di stimolare, semplificando l’imprescindibile attività connessa con il rispetto del Codice degli appalti, l’accesso delle PA agli incentivi presenti, con l’intento di spronare il settore pubblico ad efficientare i propri asset sotto il profilo energetico. L’obiettivo di fondo è quindi realizzare uno strumento utile alle amministrazioni per usufruire dei principali strumenti di incentivazione disponibili per interventi di efficientamento energetico come il Conto termico, i Certificati bianchi o il Piano per la riqualificazione energetica delle Pubbliche amministrazioni centrali (PREPAC), recentemente approvato dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Ministero dell’ambiente, per la riqualificazione di una superficie complessiva di circa 2,7 milioni di metri quadri».
La PA gioca una parte fondamentale nel processo di evoluzione che non riguarda però solo l’aspetto energetico ma anche altri ambiti fondamentali per la riorganizzazione delle infrastrutture energivore, dall’e-mobility all’illuminazione. Prevedete bandi anche in queste altre aree?
«Consip ha già messo in campo diverse iniziative in tal senso, cito ad esempio la convenzione Servizio luce, giunta ormai alla sua quarta edizione, che ha per oggetto la gestione degli impianti di illuminazione pubblica. A questa si aggiungerà, una volta conclusa la relativa gara, l’Accordo quadro per la Gestione e l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione pubblica di proprietà degli enti locali. L’iniziativa, che interessa circa 2,5 milioni di punti luce in tutta Italia, consentirà di dimezzare i consumi elettrici attraverso il conseguimento di importanti obiettivi di efficientamento energetico. Si tratta di un nuovo tipo di bando strutturato come un Partenariato pubblico privato (PPP) con l’obiettivo di garantire un servizio efficiente attraverso la concessione della gestione degli impianti di illuminazione pubblica per nove anni, senza la fornitura del vettore energetico, per anticipare il vantaggio economico della riduzione dei consumi elettrici alle PA. Anche in questo caso va evidenziata la portata innovativa dello strumento che, per la prima volta in Consip, coniuga un contratto a prestazione energetica (EPC) e un PPP nell’ambito di una concessione di servizi. Tuttavia l’offerta Consip è in continua evoluzione, nuove iniziative sono sempre allo studio e maturano progressivamente sia in relazione alle esigenze delle amministrazioni pubbliche, sia con riferimento alle opportunità offerte dal mercato».