Sono già partiti e in taluni casi conclusi i lavori di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile in alcuni Comuni beneficiari dei contributi statali previsti dal Decreto legge 30 aprile 2019, n. 34, recante “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”, convertito nella legge 28 giugno 2019, n. 58, meglio noto come Decreto Crescita.
Decreto che, come noto, mette a disposizione dei Comuni per le opere pubbliche di efficientamento e di sviluppo territoriale sostenibile un totale di 500 milioni di euro. E sono altrettanto note le differenti quote previste dalla misura, che vanno dai 50 mila euro per i Comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti ai 250mila euro per i Comuni con popolazione superiore ai 250mila abitanti.
I contributi vengono erogati in due momenti: un anticipo del 50% all’avvenuto inizio lavori – che è stato prorogato al 31 dicembre 2019 – e il saldo, corrisposto sulla base dei dati inseriti nel monitoraggio relativo al collaudo e regolare esecuzione dei lavori.
Vale la pena ricordare, a titolo esemplificativo, che fra le opere rientrano interventi volti all’efficientamento dell’illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le opere di sviluppo sostenibile riguardano la mobilità sostenibile, interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
BRUCRAZIA E MONITORAGGIO LAVORI: CRITICITà E SOLUZIONI
Non ci sono ancora dati ufficiali su opere e contributi erogati, se non quelli di fine ottobre 2019 segnalati dal Mise che indicava in circa 4.000 le attestazioni pervenute, e in 1,23 milioni i contributi erogati a titolo di anticipo. Anche ipotizzando una crescita notevole delle istanze e dei contributi siamo dunque ancora lontani dai 500 milioni disponibili globalmente. Analizziamo quindi alcune criticità.
Fra gli obblighi spettanti ai Comuni per poter fruire del contributo e in specie dell’anticipo, le amministrazioni locali devono trasmettere, per attestare l’avvenuto inizio dell’esecuzione dei lavori, informazioni relative al Codice unico di progetto (Cup), al Codice identificativo di gara (Cig) per lavori alle data di inizio e quella prevista di fine lavori, il costo dell’opera da realizzare, come indicato nel quadro economico risultante dall’aggiudicazione definitiva del contratto.
Su questo punto, in particolare, è intervenuto il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) che ha sottolineato alcune problematiche risolvibili con semplici correzioni. In certi casi il Cup non è stato riportato correttamente, cioè generato sulla base di quattro modelli (template) forniti dalla normativa. In altri casi, l’importo richiesto risultava maggiore dal costo dell’opera. Gli errori di compilazione del modulo di attestazione, secondo il Mise, sono in buona parte dovuti al fraintendimento circa la data di inizio lavori, ritenuta come termine per la presentazione della documentazione.
Il saldo, determinato come differenza tra la spesa effettivamente sostenuta per la realizzazione del progetto e la quota già erogata, è corrisposto su autorizzazione del Ministero anche sulla base dei dati inseriti dal Comune nel sistema di monitoraggio relativo al collaudo e regolare esecuzione dei lavori. E Il tema del sistema di monitoraggio ha sollevato qualche perplessità nella nota di lettura del Decreto elaborata dalla Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (Ifel) di Anci. Nella nota, Ifel precisa infatti che, a norma del comma 11 del Decreto, le opere realizzate con il contributo sono oggetto di monitoraggio attraverso il sistema specifico riservato alle opere inquadrate nella programmazione comunitaria, di cui al comma 245 della legge di stabilità 2014 (l. n. 147/2013), che dispone “la rilevazione dei dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale a livello di singolo progetto, secondo le specifiche tecniche definite congiuntamente tra il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell’economia e delle finanze e le Amministrazioni centrali dello Stato responsabili del coordinamento per i singoli fondi.” Secondo Ifel si tratta di una complicazione procedurale piuttosto rilevante in quanto la generalità delle opere pubbliche locali è oggetto di monitoraggio con il sistema Bdap (Banca dati delle amministrazioni pubbliche) ben più praticato e conosciuto da tutti gli enti locali.
Il Ministero dello sviluppo economico ha predisposto per le opere soggette al contributo del Decreto Crescita il Sistema SiMonWeb, attivo da fine ottobre 2019. Il Sistema è stato realizzato – come ha spiegato il Ministero – perché i contributi rientrano nel Fondo sviluppo e coesione che richiede una contabilità speciale. I dati inseriti attraverso questo Sistema saranno girati anche al Bdap, per cui i Comuni non dovranno provvedere a una duplice registrazione. Ulteriore aspetto da considerare sono i controlli a campione sulle attività realizzate che il Mise può effettuare. In questo compito, il Ministero si può avvalere di società in house e con la collaborazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (comma 13), mentre il comma 14 provvede a stanziare risorse per le attività istruttorie e di controllo (1,76 milioni di euro), a valere sullo stanziamento complessivo del contributo.
ALCUNI ESEMPI
Non mancano gli esempi concreti di opere rese possibili dal Decreto, e qui ve ne abbiamo selezionati. Ammonta a un totale di 70mila euro il contributo ricevuto dal Comune di Montenero di Bisaccia, poco meno di 6.500 abitanti in provincia di Campobasso. Con questi fondi sono stati avviati interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici scolastici locali e del municipio; nelle scuole sono stati sostituiti gli impianti di illuminazione interna con nuovi apparati a tecnologia Led, mentre all’interno della casa comunale gli interventi hanno riguardato gli impianti di climatizzazione sostituiti con apparecchiature a pompa di calore, in grado di mitigare notevolmente la spesa energetica, contribuendo inoltre ad abbassare le emissioni di CO2.
Efficienza energetica e sicurezza stradale costituiscono invece il connubio degli interventi realizzati a Borgosatollo, comune di oltre 9mila abitanti, situato in provincia di Brescia. L’intervento ha riguardato l’impianto semaforico di un incrocio piuttosto trafficato. Sono state rimosse le 14 lanterne semaforiche esistenti e installate nuove lanterne Futura Led Omologate, aggiunti otto pulsanti per chiamata pedonale e messa a terra del sistema di regolazione semaforica in base al traffico veicolare, che potrà quindi regolare il flusso in modo preciso e indipendente. A Vidor, comune di 3.675 abitanti in provincia di Treviso, grazie al contributo di 50mila euro del Decreto Crescita, cui l’amministrazione ha aggiunto 15mila euro di risorse proprie, sono stati fatti interventi sulla biblioteca comunale. Si è trattato di semplici interventi già conclusi volti a migliorare l’efficienza energetica, sostituendo i vecchi serramenti con nuovi in PVC.
A Cremenaga, comune di 829 abitanti in provincia di Varese, sono iniziati a dicembre gli scavi per la realizzazione di una centrale termica a biomasse a servizio del Comune, che scalderà anche la posta, i magazzini comunali, l’ambulatorio medico, la farmacia, il bar/negozio di generi alimentari, lo studio dentistico e la biblioteca, servizi presenti in due edifici pubblici. L’intervento, che nelle previsioni sarà concluso a marzo 2020, ha richiesto un investimento totale di 92.500 euro, di cui 50mila provenienti dal Decreto Crescita. La centrale termica a biomassa legnosa, come precisano dal Comune stesso, consentirà di contenere sensibilmente i consumi di gas metano e di sfruttare l’importante fonte energetica presente sul territorio comunale, frutto dei lavori selvicolturali e delle manutenzioni territoriali.
Per chiudere non possiamo non fare riferimento in questa sede alla nuova Legge di Bilancio 2020 (vedere pagina 22) che nei suoi commi dal 51 al 58 prevede l’erogazione di contributi per i Comuni anche per spese relative all’efficientamento energetico.