Presentato il Piano Città di Udine per la rigenerazione del patrimonio immobiliare

by Davide

L’Agenzia del Demanio, il Comune di Udine e la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia hanno sottoscritto un patto interistituzionale per la pianificazione integrata del patrimonio immobiliare pubblico, il Piano Città di Udine, per la rigenerazione del centro storico e culturale del capoluogo friulano.

Il patto interistituzionale è stato firmato dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra del Verme, dal sindaco del Comune di Udine, Alberto Felice De Toni, e dall’assessore al Patrimonio, Demanio e Servizi generali del Friuli Venezia Giulia Sebastiano Callari.

«Stringere collaborazioni virtuose tra enti pubblici significa lavorare per il bene comune, valorizzare il ricco e vasto patrimonio immobiliare pubblico del nostro territorio così da farlo crescere, in maniera sostenibile, moderna e funzionale: il recupero e la rigenerazione di edifici e spazi non utilizzati, sottoutilizzati o in stato di degrado delle nostre città favoriscono la crescita e lo sviluppo armonico di zone urbane e suburbane, creano un ambiente pienamente fruibile e vivibile da parte del cittadino, vero protagonista delle aree metropolitane e di ogni centro abitato. La Regione guarda con assoluto favore a questo genere di operazioni, che vedono camminare insieme, in un operoso confronto, le pubbliche amministrazioni» ha affermato l’assessore al Patrimonio, Demanio e Servizi generali del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano Callari.

«Il percorso che abbiamo avviato oggi per Udine, è modello virtuoso che vogliamo applicare anche ad altre città del Friuli Venezia Giulia, tra le quali Gorizia, che oggi vive una importante stagione di rilancio e di rinascita, con Go!2025» ha aggiunto Callari. «La valenza più importante di questo tipo di collaborazione è legata all’immobile pubblico da porre a totale servizio del cittadino: vogliamo che gli edifici diventino spazi vivi, dove poter dialogare con la comunità, in cui le persone si sentano libere di fare accesso, che sentano propri, anche sotto il profilo culturale. Immobili e spazi aperti, in stretta relazione con il territorio e che dal territorio traggono spunti e suggestioni di miglioramento».

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