La Regione Liguria stanzierà ulteriori risorse per 2,33 milioni di euro per la riduzione dei consumi e il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici del territorio.
Lo ha annunciato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Andrea Benveduti, proponente della delibera che approva il rifinanziamento del bando dell’azione 2.1.1 del Por Fesr 2021-2027 dedicato all’efficientamento energetico degli enti locali.
In particolare, l’agevolazione concessa sotto forma di contributo a fondo perduto a copertura massima del 70% degli investimenti, chiusa lo scorso 14 marzo, era rivolta ai Comuni con popolazione compresa tra i 2mila e i 40mila abitanti, alle Province, alla Città metropolitana di Genova, alle agenzie regionali, alle Autorità di Sistema Portuale, agli Enti Parco e alle Camere di Commercio.
«Consumare meno e produrre meglio. È la rotta che stiamo indicando da tempo a cittadini, imprese ed enti pubblici per provare a far fronte all’impennata dei prezzi energetici» afferma l’assessore Benveduti. «L’efficienza energetica, in questo senso, è una frontiera concreta di risparmio e di sviluppo che abbiamo sostenuto in passato con la precedente programmazione dei fondi Fesr e che continueremo a sostenere in futuro con il nuovo settennato. E la dimostrazione è questo primo bando, che ha raccolto l’interesse di 14 enti pubblici e una contribuzione regionale richiesta che è andata di gran lunga oltre i 3,8 milioni di euro stanziati. Come promesso – aggiunge Benveduti – non abbiamo esitato un attimo e in poche settimane abbiamo rifinanziato la misura, garantendo a tutti i richiedenti la copertura economica delle domande ammissibili. Una risposta tempestiva dell’assessorato che consentirà di migliorare le prestazioni degli edifici pubblici dei comuni e degli enti locali richiedenti di almeno una classe energetica, con un risparmio almeno del 30% rispetto all’attuale situazione. Il nostro impegno non finisce certamente qui, nei prossimi mesi attiveremo strumenti analoghi per sostenere l’efficientamento energetico delle imprese e di quei comuni, ancor più fragili, con popolazione inferiore ai 2 mila abitanti».